In questo elenco troverete tutte le vie Ferrate presenti in Italia, divise per ogni singola regione

Lombardia

Provincia di Lecco:

Provincia di Como:

Provincia di Bergamo:

Provincia di Brescia:


  • Ernesto Franco
  • Spigolo della Bandiera
  • Corno di Grevo
  • Sentiero dei Fiori
  • Pizzo Badile Camuno
  • Crench
  • Trentapassi
  • Caspai
  • Nasego
  • Casto
 

Provincia di Sondrio:


 
     

Piemonte

Provincia di Verbania:

Via Ferrata Picasass

Dati:

Dislivello: 320m

Durata: 2h

Avvicinamento: 45'

Difficoltà: F, K2, PD

Regione: Piemonte, Verbania

Storia:

La via ferrata Picasass è una via ferrata di recente realizazzione che si sviluppa sulle pendici del Monte Camoscio ed ideale ai neofiti, non presenta difficoltà elevate, fatta eccezione per tre punti leggermente più impegnativi rispetto all'intero percorso.

Avvicinamento:

Il monte Camoscio sovrasta l'abitato di Baveno e per raggiungere il punto di partenza possiamo percorrere l'autostrada o la statale sino a raggiungere Baveno, dove seguiremo le indicazioni per il campeggio, camping, Tranquilla, le indicazioni le troviamo anche lungo la statale ed è difficile perdersi. In prossimità del campeggio, ma anche leggermente sotto, troveremo innumerevoli parcheggi dove poter lasciare le proprie autovetture.

In prossimità del campeggio troveremo anche le prime indicazioni per la via ferrata ed il tempo per raggiungere l'attacco in circa 45', tuttavia è leggermente abbondante ed in circa 30' riusciamo a raggiungerlo in tranquillità.

L'avvicinamento è fin da subito abbastanza impegnativo, seguiremo una strada asfaltata che poi diventerà una cementata con pendenze sempre molto elevate, sino a raggiungere un bivio, al termine della cementata dove il percorso si divide in due parti ed inizieremo a seguire un sentiero parecchio sassoso

Una volta superato il bivio continueremo a salire, ma su un sentiero meno impegnativo per le pendenze, ma con un fondo molto sassoso, i cartelli sono sempre ben presenti ed è impossibile perdersi, troveremo anche delle prime catene, ma servono solo per superare un punto più esposto dove il sentiero si restringe. Arriveremo in men che non si dica all'attacco della ferrata, dove troveremo anche una panchina dove poterci sedere per preparare.

Descrizione:

I Picasass è una via ferrata semplice, di recente realizzazione, ricca di staffe ed adatta ai neofiti. La ferrata non presenta grandi difficoltà, tuttavia presenta tre punti più impegnativi rispetto alla media del percorso ed due di essi sono abbastanza peculiari e con caratteristiche importanti, come vi presenteremo.

Fin da subito troveremo molteplici staffe all'inizio della via, tuttavia questa prima parte è uno dei tre punti più impegnativi di cui parlavamo all'inizio del nostro articolo, infatti sebbene le staffe siano ben presenti, sono lontane tra di loro, forse un pò troppo ed in certi frangenti dobbiamo tirarci di più con le braccia, nulla di impossibile ne troppo impegnativo, tuttavia per i neofiti che possono essere un pò intimoriti, può risultare un pò più difficile da digerire. Fondamentale è il fatto che sebbene si sviluppi in verticale, non abbiamo mai il senso di verticalità e può aiutare i principianti ad affrontarla meglio.

Superata questa parte iniziale, la via ferrata diventa molto più semplice e saliamo in tranquillità sino a raggiungere un primo punto dove la ferrata termina nei pressi di una piccola caverna, denominata "Cava degli Americani", troviamo anche un sentierino con le indicazioni per Baveno e quindi uscire dalla via ferrata. In questo frangente non si capisce bene dove continui il percorso, il cavo termina e noi non riusciamo ad intravederlo, il sentiero per uscire dalla via ferrata sembra l'ultimo da prendere, ma in realtà è quello che dovremo seguire. Seguiremo per pochi metri il sentiero per Baveno, sino a quando incontreremo nuovamente il cavo e le staffe, inizialmente nascoste ad un masso e che non riuscivamo a vedere dal punto in cui era terminata la ferrata.

Affrontiamo nuovamente questo tratto verticale ricco di staffe, sino a quando incontriamo il 2° punto più impegnativo. Questo è un traverso, abbastanza esposto, ricco anch'esso di staffe, ma con un punto in cui la roccia esce e quindi risultiamo più esposti. La percorrenza non è complicata, solo che nel punto più esposto, in prossimità dello spigolo, i cambi di catena risultano un attimo scomodi ed in punti non felicissimi.

Appena superato lo spigolo, punto più delicato, troveremo un nuovo tratto verticale ricco di pioli e continuerà così sin quasi al termine della ferrata, avremo solo alcuni punti dove la ferrata diventa più un sentiero. Una nota negativa di questo tratto sono i cambi di catena, a volte risultano troppo lontani e per sicurezza dobbiamo sempre agganciarci prima ad una staffa per poi cambiare catena. Meglio portarsi con se una fettuccia con moschettone, per agganciarci in questi casi.

In uno dei punti in cui la ferrata diventa un sentiero, raggiungeremo un punto estremamente panoramico da dove poter ammirare meglio il lago Maggiore e le sue isole tra cui l' Isola Bella,l'Isola dei Pescatori e l'Isola Madre.

Quasi al termine della ferrata affronteremo il 3° punto più impegnativo, un ponte tibetano che va affrontato uno alla volta, costituito da tre cavi e con un bel strapiombo sotto i nostri piedi, affrontarla non è per nulla impegnativo, tuttavia avremmo preferito che i cavi fossero ben più tesi soprattutto quello ai nostri piedi, risulta fin troppo morbido e per questo motivo tende a dondolare parecchio, per chi non lo volesse affrontare, è possibile seguire un sentiero che permette di evitarlo.

Al termine del ponte, il termine della ferrata è ormai prossima, affronteremo ancora pochi metri in ferrata, per poi percorrere un brevissimo tratto sino a raggiungere la vetta del monte Camoscio.

Per mostrarvi meglio la ferrata, vi lasciamo il nostro video:

Discesa:

La discesa avviene lungo un sentiero che parte proprio in prossimità della croce del monte Camoscio, in circa 1h e 15' ritorniamo a Baveno, lungo un sentiero molto verticale e roccioso che si ricongiungerà al bivio che avevamo preso durante l'avvicinamento alla ferrata.


 

Via Ferrata Succetti

Dati:

Dislivello: 180m

Durata: 1h

Avvicinamento: 10'

Difficoltà: F, K2, PD

Regione: Lombardia, Valchiavenna

Storia:

La via ferrata Succetti insieme alla Biasini sono le uniche due vie ferrate della Valchiavenna, di recente costruzione, inaugurata nel 2016, è l'ideale per i neofiti e per chi si vuole avvicinare al mondo delle vie ferrate, inoltre la bassa altezza permette di affrontarla sempre anche nei mesi invernali, salvo nevicate a bassa quota.

Avvicinamento:

La via ferrata si sviluppa nei pressi dell'abitato di Mese, a pochi chilometri da Chiavenna, per prendere il percorso dovremo raggiungere il parco sportivo del paese, dove è presente anche l'isola ecologica del paese; l'abbondante presenza di cartelli stradali ci permette di raggiungere il centro sportivo senza alcun tipo di problema, proprio in prossimità del centro sportivo, troveremo un ampio posteggio, dove poter parcheggiare.

Già fin prima di raggiungere il posteggio, troveremo anche i cartelli che ci indicano la via ferrata; l'avvicinamento all'attacco è cortissimo, circa 10', ed è consigliabile partire fin da subito con l'imbrago indossato.

Durante l'avvicinamento incontreremo un primo tratto con il cavo della via ferrata, ma non è ancora l'attacco, ovviamente aver indossato già l'imbrago ed il set da ferrata ci permette di agganciarci anche in questo punto.

Una volta superato proseguiremo lungo un ripido sentiero, sempre ben segnato, sino a raggiungere il vero attacco della ferrata, dove troviamo anche la cartellonistica che ci fornisce tutte le informazioni e caratteristiche del percorso.

Descrizione:

Come precedentemente detto la via ferrata è semplice ed adatta ai principianti, non presenta grosse difficoltà, però è abbastanza verticale e può permettere di capire se le ferrate fanno più o meno per noi, oltre ad abituarsi un attimo all'altezza.

La via ferrata si può dividere in 7 tratti verticali che sono divisi da altrettanti traversi a partire fin dai primi metri, se la salita sui tratti verticali è facile grazie all'ausilio dei molteplici pioli e staffe, i traversi possono creare qualche difficoltà in più, visto che a volte li affrontiamo su staffe e soprattutto il penultimo traverso dove non abbiamo pioli e staffe e dobbiamo tenerci un attimo di più al cavo.

Al termine della via ferrata troveremo il cartello che indica il divieto di scendere dall'itinerario appena affrontato; dal torrione che abbiamo appena risalito, possiamo ammirare un bellissimo panorama verso la Val Chiavenna.

Un consiglio per chi affronta questa ferrata, come se fosse la prima, è consigliabile OLTRE AL SET DI FERRATA di munirsi di una fettuccia ed un moschettone da utilizzare come sistema di riposo o per avere più sicurezza nelle fasi di cambio tra un traverso e l'imbocco del seguente tratto verticale. E' un itinerario perfetto per chi vuole iniziare ad affrontare questi primi percorsi.

Per mostrarvi meglio la ferrata, vi lasciamo il nostro video:

Discesa:

Una volta terminata la ferrata, troveremo una panchina in legno dove poter eventualmente riposare, per poi iniziare la discesa verso Mese, il sentiero continuerà a salire per circa un 200 mt, prima di trovare una freccia che ci farà svoltare a sinistra e seguire un sentiero inizialmente pianeggiante, per poi iniziare a scendere.

In men che non si dica arriveremo nuovamente a Mese, una volta raggiunta la strada la segnaletica ci ricondurrà alla centrale elettrica, prossima al campo sportivo da cui eravamo partiti.


Ferrata Mario Minonzio

Dati:

Dislivello complessivo:400m

Durata: 1 h e 30'

Difficoltà: EEA

Livello Ferrata: MD;K2;PD

Descrizione:

La ferrata Mario Minonzio si sviluppa lungo le pendici dello Zuccone Campelli in zona Piani di Bobbio.

La ferrata non presenta notevole dislivello,tuttavia il percorso è un continuo sali e scendi che alla fine ci farà compiere circa 400 m di dislivello.

La ferrata non presenta grosse difficoltà tuttavia l'ambiente in cui si sviluppa è unico,siamo nelle prealpi orobiche ma come scenario sembra di essere tra le dolomiti.

zuccone1

La partenza della ferrata è posta ai piedi dello Zuccone Campelli,e la parte più ostica dell'intero percorso è trovare il punto di partenza,viste le scarne indicazioni;comunque dobbiamo arrivare al rifugio Lecco,se dai piani di Artavaggio,sentiero degli stradini, o dall'arrivo delle cabinovie da Barzio,è indifferente.

Una volta giunti al rifugio Lecco dovremo continuare a risalire il vallone tenendo sempre la parte orografica di sinistra della valle,inizialmente percorreremo un'ampia traccia che in prossimità dell'arrivo della seggiovia camosci lascia spazio ad un piccolo sentierino che risale verso lo zuccone.

zuccone

Dovremo sempre tenere la sinistra sino a quando incontreremo su un roccione un segnavia di colore giallo,da li affronteremo un breve tratto pianeggiante sino a quando arriveremo all'imbocco di un piccolo canale,da dove partono le catene,questo non è l'inizio della ferrata però se non siamo tranquilli possiamo gia imbragarci e utilizzare il nostro set di ferrata,tuttavia è già indispensabile il casco,la caduta di sassi lungo questo breve canale è sempre alta,e per evitare qualsiasi problema consiglio di indossare già il casco.

zuccone2

Il canalone termina con un piccolo scollinamento dietro il quale parte immediatamente la nostra ferrata.

zuccone3

La ferrata presenta nei primi metri una delle parti più difficili,un breve risalita seguita da un traversino di pochi metri che però può mettere in difficoltà i neofiti,appena dopo il traversino continuiamo a risalire sino a raggiungere la cresta.

zuccone4

zuccone5

zuccone6

Da questo punto la ferrata diventa un susseguirsi di sali e scendi,le discese a volte potrebbero risultare più ostici della stessa salita.

Affronteremo alcuni passaggi semplici lungo piccoli canalini,prima di affrontare una lunga discesa,con la parte iniziale abbastanza impegnativa che ci condurrà ad affrontare l'ultima parte della ferrata dove è presente un breve traversino,semplice e privo di pericoli seguito da una scala.

zuccone7

zuccone8

zuccone9

zuccone10

zuccone11

zuccone12

Superato quest'ultimo tratto il percorso diventa notevolmente semplice non dovremmo più affrontare tratti impegnativi e in men che non si dica la ferrata termina quasi in prossimità della

vetta dello Zuccone.

zuccone13

zuccone14

Il paesaggio è magnifico con un vista bellissima verso i piani di Bobbio e i piani di Artavaggio,per la discesa abbiamo varie possibilità o riaffrontare la ferrata o percorrere un giro più lungo scendendo da un comodo sentiero sin quasi al rifugio Cazzaniga,per poi affrontare il sentiero degli stradini che ci riporteranno al rifugio Lecco.

zuccone16

zuccone15


Ferrata Nido dei Santa Croce

Dati:

Dislivello: 150m

Durata: 45'

Avvicinamento: 30'

Difficoltà: PD, K2, PD

Avvicinamento:

La via ferrata che conduce al Nido dei Santa Croce parte dal paese di Santa Croce, una piccola frazione di San Pellegrino Terme; per raggiungere la frazione, una volta giunti a San Pellegrino, seguiremo per circa 6 chilometri una strada a tornanti che conduce sino a Santa Croce, in prossimità della chiesa parrochiale della frazione troveremo un ampio parcheggio dove poter lasciare le nostre autovetture.

Appena posteggiata l'autovetturam troveremo fin da subito dei cartelli di colore rosso, nuovi, appena installati, che ci indicheranno alla perfezione, il percorso che dobbiamo seguire per raggiungere l'attacco.Inizialmente risaliremo il paese di Santa Croce sino ad arrivare alle reti parafrane, da dove il percorso diventa completamente pianeggiante.

Appena prima di raggiungere l'imbocco della ferrata troveremo una cartello che indica l'area di preparazione, dove possiamo mettere imbrago e kit e una volta indossati, continueremo a seguire il sentiero per pochi metri, sino ad una bocchetta, per poi svoltare a sinistra e raggiungere l'imbocco della ferrata, è consigliabile vestirsi prima, visto che i pendi sono molto ripidi ed è difficile cambiarsi.

Descrizione:

La via ferrataè stata realizzata nel 2021, e percorre alcuni torrioni sino a raggiungere la vetta della Corna Maria, giunti al punto di partenza inizieremo ad affrontare il primo torrione, il più breve dove più che una ferrata è un sentiero attrezzato che serve come riscaldamento

Questo primo torrione è privo di difficoltà, salvo l'ultimo tratto abbastanza stretto, ma per nulla impegnativo, una volta terminato, impiegheremo circa 2' a superarlo, percorreremo un breve tratto di sentiero, sino a raggiungere il secondo torrione, il più impegnativo e verticale. L'intera salita è composta da staffe e pioli e la salita è abbastanza facile, l'unico neo è la posizione dei rinvii, a volte in punti leggermente scomodi.

Quasi alla fine del primo tratto verticale, affronteremo un primo traversino verso destra, ma i punti di appoggio sono comodi e non risulta pericoloso, per poi affrontare l'ultimo tratto verticale di questo torrione, sino a raggiungere un tratto dove è posta una rete, per evitare di scivolare.

Al termine dell'ultimo tratto verticale, percorreremo un breve tratto che alterna brevi tratti in salita ad altri pianeggianti, ma per nulla difficili, sino ad incontrare una seconda rete e poi iniziare la discesa per affrontare il famoso ponte tibetano.

Il tratto in discesa in principio su una scala e poi su pioli è sicuramente il tratto "più fastidioso" del percorso, non tanto il tratto su scala, ma quanto quello dei pioli, dove sono troppo distanziati e sono difficili da vedere.

Una volta terminata la breve discesa, percorreremo un breve tratto in costa, prima di affrontare il ponte tibetano, per nulla pericolo ne difficile, ma i cartelli ci avvisano che deve essere percorso solo da una persona alla volta.

Un tratto carino, ma che ha un neo, il filo dove andrebbero legati i moschettoni, risulta troppo in alto, e per chi ha un kit con fettuaccia, risulta parecchio fastidioso, soprattutto nell'ultima parte.

Ormai una volta superato il ponte, avremo già affrontato i tratti più impegnativi del percorso, percorreremo un ultimo tratto in salita, ma più su un sentiero e solo negli ultimi 10 metri affronteremo un ultimo tratto di ferrata.

Una volta usciti dalla ferrata seguiremo un sentierino ed in nemmeno di 1' raggiungeremo la vetta del Corna Maria.

La discesa avviene dal versante opposto della montagna e le ottime indicazioni ci riporteranno al punto in cui abbiamo imboccato la ferrata, per poi tornare nuovamente a Santa Croce

Per mostrarvi meglio la via ferrata, vi lasciamo al nostro video


Ferrata Venticinquennale [Corni di Canzo]

Dati:

Dislivello: 170m

Durata: 1 h

Difficoltà: EEA

Livello Ferrata:D,K3,AD

Descrizione:

La Ferrata Venticinquennale del Corno Occidentale,è una delle più difficili e complicate della fascia prealpina lecchese.

Per raggiungere il punto di partenza è abbastanza facile per chi proviene da Canzo,un pò meno da Valbrona,infatti da quest'ultima dovremo seguire la strada che sale al Rifugio SEV,a circa 500 m dal Rifugio,troveremo una deviazione a destra con un cartello che indica il percorso per Gajum e la terz'Alpe.

canzo25

Seguiremo questo sentiero che costeggia il Corno occidentale,prima oltrepassando una casetta e poi due ghiaioni,arriveremo sino ad una croce di legno dove un sentiero sulla sinistra  scende per poche centinaia di metri,con un lapide funebre sulla roccia,la ferrata parte circa 20 metri sotto,non è visibile dall'alto poichè nascosta da uno sperone roccioso.

canzo24

La parte iniziale della ferrata è subito molto impegnativa,risaliamo una parete verticale dove i meno esperti dovranno aiutarsi molto con la catena,mentre i più pratici potrebbero utilizzare gli appigli naturali anche se pochi,in più un problema che potremmo riscontrare in questo tratto è causato dalla catena un pò troppo grossa,dove i moschettoni non scorrono alla perfezione,creandoci non poche difficoltà.

canzo2

canzo3

Finito questo primo tratto verticale la ferrata percorre un tratto abbastanza semplice in leggera costa sino a quando oltrepasseremo una pianta posta sul nostro percorso,ora affronteremo un primo tratto in traverso,abbastanza semplice e con molti appoggi naturali,superato il quale affronteremo un secondo tratto verticale,tuttavia nel tratto di costa e in questo tratto verticale,oltre alla catena avremmo anche il tipico cavo d'acciaio dove i moschettoni scorrono con estrema naturalezza.

canzo4

canzo5

Terminato questo "muretto",affronteremo un secondo tratto in costa molto più impegnativa della precedente e molto esposto,in alcuni punti non abbiamo molti appoggi per i piedi e dobbiamo porre molta attenzione,lavorando molto con le braccia,sino a quando arriveremo ad una scala metallica.

canzo6

canzo7

In questi traversi vi sono alcuni gradini,però non molti ed in alcuni punti chiave non sono presenti.

Dopo aver affrontato la scaletta percorreremo un tratto abbastanza semplice,prima di affrontare l'ultimo "muro"

canzo8

Troviamo molti gradini in quest'ultimo muro tuttavia la sua salita non è affatto semplice soprattutto nella sua parte iniziale,inoltre qualche fastidio ce lo può dare la catene dove sono fissati i moschettoni,un pelo troppo distante.

canzo9

canzo10

Giungiamo infine sul corno dove dobbiamo affrontare per giungere alla croce due passaggi abbastanza esposti che tuttavia non creeranno alcun problema.

canzo16

Sicuramente è una ferrata non adatta ai principianti o per chi abbia poca esperienza,in alcuni tratti dove occorre fare molto forza di trazione,è richiesto un allenamento adeguato e sicuramente la completa mancanza di vertigini.


Ultime relazioni

Valbiore - Rifugio Alpe Granda Lavin - Capanna Linard

Una facile escursione che da Valbiore, Val Masino, conduce sino al Rifugio Alpe Granda, un bellisismo punto panoramico.

Nella bassa Engadina, appena dopo l'abitato di Zernez, nei pressi del Parco nazionale Svizzero, da Lavina alla Capanna Linard.

 Scopri l'itinerario  Scopri l'itinerario

Alpe Lago - Rifugio Alpe Piazza Campo Blenio - Capanna Bovarina

Una facile escursione che ci condurrà dall'Alpe Lago, lungo il Passo San Marco, al rifugio Alpe Piazza

Una bellissima escursione nel Canton Ticino che ci condurrà sino alla Capanna Bovarina.

 Scopri l'itinerario  Scopri l'itinerario

I contenuti di questo sito sono di proprietà di Ilpiaceredellamontagna.it

I contenuti presenti sul sito "www.ilpiaceredellamontagna.it" non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all'autore stesso. E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma. E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non espressamente autorizzata dall’autore. Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e sono stati utilizzati a puro scopo esplicativo ed a beneficio del possessore, senza alcun fine di violazione dei diritti di Copyright vigenti.

Ilpiaceredellamontagna.it ed i suoi autori non si assumano alcuna responsabilità, esplicita o implicita, riguardante il contenuto e non potranno essere ritenuti in alcun caso responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall'uso di informazioni contenute nel sito.

Cookie Policy