Introbio-Pian delle Betulle- Bocchetta di Agoredo-Valbiandino-Via del Bitto
Caratteristiche:
Lunghezza: 31 km(con l'ausilio della funivia), 45 senza l'ausilio
Dislivello: 737 m o 1437 m se non si usa la funivia
In sella: 90%
Tipo di Terreno: Asfalto, Sentiero, Sterrata
Fontane: Molteplici sia alla partenza che lungo il percorso
Categoria: AM, Enduro
File GPX del percorso: Agoredo.gpx
Descrizione:
Il percorso che vi proponiamo è uno dei più famosi ed apprezzati della Valsassina, tuttavia richiede non solo un elevato impegno fisico, ma anche un'elevata capacità tecnica poichè i sentieri in discesa non sono banali e richiedono una certa abilità, se non li si vuol fare in gran parte a piedi.E' sconsigliato l'uso delle Ebike e successivamente ne spiegheremo il motivo
La partenza del percorso è posta ad Introbio, punto anche d'arrivo finale, dove in prossimità della Norda troveremo alla nostra destra un ampio posteggio,gratuito, dove lasciare le nostre autovetture.
Una volta preparati e pronti a partire prenderemo la strada asfaltata in discesa verso Primaluna per poi prendere non alla prima, ma alla seconda deviazione sulla sinistra, una strada che ci condurrà lungo la bellissima pista ciclabile della Valsassina. Da ora sino a Cortenova affronteremo la pista ciclabile per poi riprendere la strada asfaltata da Cortenova a Taceno.
Da Taceno inzieremo a salire, sempre su strada asfaltata sino a Margno, dove potremo decidere in base alla nostra stanchezza, ma soprattutto in base alla nostra forma fisica, se prendere la funivia che ci condurrà al pian delle Betulle o salire sempre in sella passando dall'alpe Paglio. Il costo per la sola andata con la bici è di 10€, mentre se volessimo salire tutta in bici continueremo da Margno sin oltre Casargo quando troveremo le indicazioni per Paglio, la salita è abbastanza impegnativa con pendenze sempre sopra il 10%.
Giunti a Paglio la strada diventerà sterrata e sempre in salita con alcuni tratti impegnativi ci condurrà al pian delle betulle, per chi fosse salito in funivia cambia poca, se non i 700 m di dislivello che ci saremo risparmiati, infatti dalle betulle i due possibili percorsi si ricongiungono ed percorreranno un sentiero sterrato che ci condurrà prima all'Alpe Ortighera e poi al Larice Bruciato. Proprio il tratto dall'alpe al Larice è tra i più impegnativi del percorso, infatti la salita è sempre intorno al 20% su un fondo molto sconnesso dove vi è poco grip. Giunti al larice bruciato potremo riposarci un pò, infatti inizieremo un tratto odve troveremo piano e discesa
Seguiremo questa piacevole discesa, sempre su sterrata e priva di difficoltà, sino ad incontrare un bivio dell'Alpe Dolcigo, dove il percorso si divide e noi terremo la destra seguendo le indicazioni per il rifugio S.Rita.
Percorreremo questa sterrata, ma per poche centinaia di metri sino a quando diventerà un sentiero, proprio in questo punto è sconsigliato l'uso delle Ebike, infatti afronteremo per circa 10' questa salita con la bici in spalla, il sentiero è molto stretto e pendente, oltre ad essere molto friabile, e l'uso delle ebike è quasi proibitivo, è impossibile salire a spinta.
Dopo circa 10' giungeremo alla Bocchetta di Agoredo, termine delle nostre fatiche in salita, ma non in discesa
Da ora affronteremo la prima parte di discesa che ci condurrà sino al rifugio Tavecchia in Val Biandino, partiremo affrontando n prima tratto in piano per poi svoltare a destra in prossimità di un bivio ed iniziare la vera discesa, questa parte è sconsigliata a chi soffre di vertigini, poichè risulta parecchio esposta. La discesa risulta fin da subito tecnica, alcuni tratti sono difficili da effettuare in sella, la prima parte si sviluppa prevalentemente in costa, sino a quando inizieremo ad entrare nel bosco dove inizieranno una lunga serie di tornantini pendenti e con parecchi salti rocciosi. Al termine della discesa arriveremo proprio in prossimità del rifugio Tavecchia all'imbocco della val Biandino.
Una volta giunti in Val Biandino è consigliabile prendersi un pò di riposo, perchè oltre alla salita anche questa prima parte di discesa è risultata stancante ed impegnativa, ma non è ancora nulla rispetto a quello che ci attende. Infatti per scendere ad Introbio non useremo la strada cementata, ma prenderemo la famosa via del Bitto, un sentiero tecnico che ci metterà alla dura prova, non presenta pendenze elevate, ma è un continuo susseguirsi di gradoni rocciosi e sfasciumi rocciosi. Al termine della via del Bitto usciremo nuovamente sulla cementata che ci ricondurrà ad Introbio
Un percorso sicuramente impegnativo sia dal punto di vista fisico, sia da quello tecnico, ma che sa regalare panorami magnifici e discese che se effettuate tutte in sella ci possono dare delle grandi soddisfazioni